Recensioni libri di montagna

Transit. Illegal durch die Weiten der Sowietunion.

Jörg Kuhbandner e Jan Oelker (a cura di)

Transit. Illegal durch die Weiten der Sowietunion.


Il 9 novembre 1989 segna una data storica nella politica internazionale, quella della caduta del Muro di Berlino (il Schutzwall), posto a rigida demarcazione tra la parte est della città assegnata dal trattato di Jalta ai russi e quella occidentale. Ben 28 anni era durata questa separazione, pure cruenta, perché si calcolano in circa 200 le vittime di falliti espatri. Caduto il “muro di Berlino” la popolazione della DDR poté godere di una “primavera di libertà” e conseguentemente poté anche muoversi, viaggiare, nei modi consentiti dalle assai scarse possibilità. Per stare, al nostro campo, all’alpinismo ci si ricorda bene come numeroso fu l’afflusso di alpinisti dell’est sulla catena alpina, che con attrezzature abbastanza modeste, ma con indubbia determinazione, si cimentavano su itinerari classici di elevato impegno. Ci si ricorda anche come questi alpinisti, cordialmente accolti, ricambiavano come potevano, con distintivi e con materiale probabilmente uscito da officine di Stato, come prodotto “parallelo” a quello che doveva essere la produzione ufficiale. I chiodi tubolari da ghiaccio, ad esempio. Ma prima del novembre 1989 quale era la realtà dell’alpinismo oltre Cortina? Esisteva? E come esisteva. Apre una finestra su questo mondo precedente alla caduta del muro un volume edito dalla Notscriften (Transit: illegal durch die Weiten der Sowjetunion). Il sottotitolo recita appunto: “Illegalmente nelle regioni della Russia sovietica”. Transit sta a significare il visto (di tre giorni) concesso ai cittadini della DDR per muoversi negli stati dell’URSS, ma di cui si approfittava per permanenze di parecchie settimane per realizzare campagne alpinistiche di grande respiro, nel Caucaso, nel Pamir, nelle oasi dell’Asia centrale, in Siberia... fino in Cina. Il volume (576 pagine, con documentazione fotografica comprensibilmente non di buona resa) raccoglie 18 testimonianze di queste avventure, oggi impensabili, frutto di un desiderio di evasione che superava la preoccupazione delle conseguenze del comportamento illegale. I profili di questi testimoni evidenziano che i più, nel 1989, avevano meno di trent’anni, tutti con alle spalle una solida formazione di studio. Registriamo Transit come documento che fa parte della storia del moderno alpinismo, non patinato, che meriterebbe d’essere divulgato per sottolineare quanto possa la passione, pur non sorretta dai mezzi materiali. E con la passione il desiderio di spazi aperti e di libertà. Recensione a cura di Giovanni Padovani Transit. Illegal durch die Weiten der Sowietunion, a cura di Jörg Kuhbandner e Jan Oelker, Notscriften Verlag, pagg. 576, con foto a colori e b/n.
 
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