Recensioni libri di montagna

Val Rosandra, capolavoro della natura

Spiro Dalla Porta Xidias

Val Rosandra, capolavoro della natura


Val Rosandra; un nome fascinoso che è nel cuore di tutti gli alpinisti che non si limitano a salire montagne, ma sono anche curiosi della loro storia. Qualcuno ne ha sentito parlare magari solo a proposito di Emilio Comici, ma basta aver conosciuto un solo scalatore triestino per averne intuito il fascino. Perché non esiste scalatore triestino che non ti parli della val Rosandra non appena comincia a raccontarti le sue esperienze di montagna. In realtà, tutti noi che scarpiniamo in quota abbiamo un “luogo del cuore” come usa dire adesso; luogo del primo amore. E magari anche più di uno: due, tre, ma non di più, perché non si possono avere troppi primi amori. Per un lombardo, ad esempio, potranno essere le Grigne e la val Masino; per un piemontese, la valle Stretta, la parete dei Militi; per un romano, il Monte Morra e il Gran Sasso. E per un palermitano? Certamente Monte Pellegrino, lì c’è poco da scegliere. Sono i luoghi dove hai imparato a legarti in cordata, dove hai fatto la prima “doppia” lasciandoti calare con il cuore in gola, dove hai fatto il primo “volo”. Questi luoghi del cuore meritano di tanto in tanto una dichiarazione d’amore; che come tutte le dichiarazioni d’amore sono toccanti e degne di rispetto. Ogni tanto anche poetiche, suggestive, commoventi. Ma se l’autore è uno come Spiro Dalla Porta Xidias col suo:Val Rosandra, capolavoro della natura, allora non c’è che da levarsi il cappello. Come lui stesso racconta nella premessa, il testo doveva contribuire come appassionata e autorevole difesa a preservare nel 2009 la valle da un pesante intervento che ne avrebbe stravolto gli equilibri; lo scavo di una galleria inserita nel percorso del “Corridoio 5”, linea ferroviaria ad alta velocità. A pericolo scongiurato, Spiro ha giustamente pensato che altri pericoli potrebbero in un futuro recare oltraggio a un bene prezioso e delicato come la “sua” valle; e che le sue parole potranno non essere inutili a far ragionare chi ha in mente solo sfruttamenti turistici e interessi edilizi. Ecco quindi il volumetto che si legge d’un fiato proprio come una poesia d’amore sincero. Ma non c’è solo il tocco affettuoso che ti fa sfilare davanti, pagina per pagina, tutti i misteri, tutti gli angoli della valle con l’aiuto di una serie di ottime immagini; dalle pagine emergono le amicizie, le persone, cioè quel che conta. «La mia valle» dice Spiro, «non semplice palestra di roccia, ma spazio ideale della mia fede, della mia passione». Ecco allora che veniamo a conoscere i famosi Bruti della val Rosandra, e i primi cultori: Napoleone Cozzi, Giani Stuparich, Guido Devescovi, la Squadra Volante, il Gars, Alberto Zanutti. E naturalmente Emilio Comici, cui Spiro dedica varie commosse pagine; rivendicando fra l’altro a lui l’idea della scuola di roccia, prima in Italia – siamo nel 1929 – di cui poi fu direttore Fausto Stefenelli. Spiro poi racconta la saga di Berto, cioè di Berto Pacifico, che nella valle, oltre ad aprirvi numerose vie nuove, fu l’incontrastato, onnipresente custode. Ma quanti altri nomi, impossibili da ricordare qui, escono dal grande cuore di Spiro in questo poema dedicato alla val Rosandra! E dico poema a ragione veduta, perché la prosa sconfina molte volte nel cantare poetico, ed arriva nell’ultima pagina a poesia dichiarata: guglie, massi, alberi, cespugli /verde cangiante della vegetazione / grama sui pendii / grido aspro, disperato, / ricca e lussureggiante in fondovalle/ nei brevi spiazzi piani / … oasi felice, magica gemma / sospesa fuori dal tempo / in cui ti è dato di scordare ferro e cemento / e puoi guardare il cielo. / Val Rosandra. / La “Valle”/. (recensione a cura di Lorenzo Revojera) Val Rosandra, capolavoro della natura, di Spiro Dalla Porta Xidias, Luglio editore, 2010, pag. 101, €. 12,00
 
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