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Laura e Giorgio Aliprandi / Sergio Marazzi
Le grandi Alpi nella cartografia: 1482-1885 vol. I / L`Atlante orografico delle Alpi. SOIUSA
Curiosamente, sono capitati quasi insieme sul mio tavolo due volumi (due ponderosi tomi densissimi di testo, riproduzioni a colori, tabelle, diagrammi e così via) che affrontano l’argomento della cartografia delle Alpi con un approccio apparentemente opposto. L’uno di natura storica, prende le mosse dal lontano 1482: si tratta di “Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885 vol. I” di Laura e Giorgio Aliprandi. L’altro – di stampo tecnico, nell’intento di introdurre un grandioso riordino cartografico – è “l’Atlante orografico delle Alpi. SOIUSA” dove la sigla sta per Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino di Sergio Marazzi. […]. Ho parlato di opposizione apparente; ma in realtà, le due opere si legano e si completano su un piano concettualmente più ampio di quello topografico: esse documentano la progressione del ruolo storico-economico-sociale che le Alpi – testimoni muti e grandiosi, ma anche determinanti delle secolari convulsioni europee – hanno costantemente ricoperto e sono chiamate a ricoprire. Con l’espressione Grandi Alpi i coniugi Aliprandi – celebri per i loro numerosi studi sulla cartografia delle Alpi e in particolare del Monte Bianco – rifacendosi alle Somme Alpi di Giulio Cesare, nome poi ripreso da Simler e Tschudi, intendono la zona montuosa nord-occidentale; riservandosi di esaminare più dettagliatamente in un secondo volume i singoli gruppi che ne fanno parte […]. Ma già questo primo volume con le sue 350 pagine di grande formato contiene una tale quantità di dati e di splendide riproduzioni di carte antiche, da affascinare non solo i cultori delle scienze geografiche e cartografiche, ma qualsiasi alpinista. […]. Per il libro di Marazzi ho parlato di lavoro immane; e basta dare un’occhiata all’elenco degli enti e degli esperti di sei nazioni con cui l’autore ha collaborato per capire il perché dell’aggettivo; del resto lo stesso Marazzi ha parlato di una dedicazione ventennale. […]. Il lavoro di Marazzi si presenta quindi come un vero e proprio manuale, né poteva essere diversamente; non raffinate riproduzioni di carte antiche del 500 e del 600, ma tabelle, schemi a più colori, foto satellitari sia generali che particolari, carte d’unione e così via. La cartografia del futuro dunque, cui noi alpinisti – usi a valicare in quota le frontiere, a battere le montagne ignorando gli spartiacque, a considerare le Alpi terreno di incontro con amici di lingua e culture diverse – ci abitueremo presto. […]. Ma dietro i due libroni, uno che illustra splendidamente il passato e l’altro che prefigura il futuro, gemelli nel peso e nelle dimensioni, entrambi pensati e prodotti con esperienza, passione e duro lavoro, ci vedo solo l’amore per le nostre meravigliose Alpi che – suddividetele come volete – meravigliose continueranno ad essere. (Dalla recensione di Lorenzo Revojera, su Giovane Montagna n. 2 aprile – giugno 2006, pagg. 45 e 46).