Recensioni libri di montagna

Quando uomini e montagne si incontrano

John Keay

Quando uomini e montagne si incontrano


Il libro è del 1977 e ha introdotto alla geografia e alle tradizioni dell’Himalaya Occidentale numerosi viaggiatori, esploratori, escursionisti e alpinisti; ha fatto quello che ha fatto Ebano di Ryszard Kapuscinski per l’Africa. Stiamo parlando di un territorio grande come la Francia, ma maledettamente complesso e terribilmente montuoso oltre ad annoverare ben 6 cime oltre gli 8000 metri; ha valli, fiumi, strade, piste per carovane e passi di comunicazione oltre i 5.000 metri. Su questo lembo di carta geografica insistono diversi paesi: Pakistan, Afghanistan, Tagikistan, Cina, India, che sono sempre stati in fermento tra loro e dentro di loro; insistono paesi, religioni, etnie, usi e costumi molto differenti. La nostra storia si svolge in questo complesso lembo di terra dove le catene montuose del Hindu Kush, del Pamir, del Kun Lund, del Karakorum, del Ladakh e del più basso Pir Panjal hanno da sempre costituito una vera e propria barriera alla penetrazione. Le penetrazioni, esplorazioni o i semplici passaggi si contano sulla punta delle dita di una mano. Marco Polo nel 1274 passò più o meno da quelle parti e sfiorò il Pamir. Si sa che alcuni missionari gesuiti tra il 1600 e il 1800 si addentrarono nelle valli verso i passi più alti ma se ne è persa la memoria. Keay narra la storia, la geografia, gli usi e i costumi di questo territorio prendendo le mosse da quello che viene considerato il primo vero esploratore di queste valli. È il William Moorcrof aveva studiato veterinaria in Francia, esercitò la professione in Inghilterra e poi partì per l’India con l’incarico di responsabile dell’allevamento di cavalli della Compagnia delle Indie; nel 1820 intraprende un viaggio alla ricerca di stalloni per l’allevamento. Un viaggio commerciale che diventa un’epopea: ridisegna il bacino dell’Indo, riposiziona la sorgente del Gange; il viaggio per arrivare a Bukara dura ben 5 anni. Le terre attraversate, i paesi toccati, i passi superati sono dettagliatamente descritti in lettere, resoconti, messaggi che inviava alla Compagnia dai luoghi più lontani. Moorcrof apre la strada ad un discreto elenco di personaggi: il botanico francese acquemont, il predicatore invasato Wolff, Vigne e poi ufficiali di Sua Maestà, faccendieri in cerca di favolose ricchezze, mercenari pronti a servire qualche maharaja, spie al servizio di qualche super potenza in vena di espansione e via di seguito. La terza parte del libro è dedicata al Karakorum e al lavoro del giovane tenente Henry Godwin-Austen, che fu il primo a studiare il K2 da vicino e a fissarne la posizione rispetto alla catena del Karakorum; risuonano nomi legati all’8000 “degli italiani”. (recensione a cura di Francesco A. Grassi)
 
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