Recensioni libri di montagna

Fratelli Peyrot, La piccola patria alpina

Maria Rosa Fabbrini e Roberto Mantovani

Fratelli Peyrot, La piccola patria alpina


Dodici anni fa, nell’estate del 1998, venne organizzata dal comune di Torre Pellice una esposizione sul tema: Immagini delle valli valdesi – Mostra di fonti bibliografiche sulla diffusione a stampa della fotografia nelle Valli fra Ottocento e Novecento. La mostra, curata da Giuseppe Garimoldi, doveva essere il primo tassello di un programma articolato di iniziative finalizzate a far conoscere, anche oltre i confini della patria valdese, lo straordinario patrimonio fotografico (circa 20.000 fotografie) realizzate da fotografi valdesi a partire dal 1848 (anno dello Statuto albertino) al secondo dopoguerra del Novecento. Purtroppo, quel progetto non ebbe seguito. Va quindi salutata con particolare favore la scelta degli editori Priuli & Verlucca di inserire nella collana dedicata ai fotografi della montagna, il volume riguardante l’opera di David ed Henri Peyrot fotografi valdesi, attivi nell’arco di tempo che va dal 1880 al 1940, e che, almeno in parte, colma la lacuna storiografica sopra accennata. Non si tratta però di un libro fotografico sulla montagna. La montagna c’è ma non è il soggetto delle fotografie. Il soggetto sono le comunità vissute in quelle vallate alpine. Il libro propone all’attenzione dei lettori una selezione significativa di circa settanta fotografie tra le migliaia realizzate dai due fratelli nel corso della loro vita ed è preceduto da un testo assai efficace di Maria Rosa Fabbrini e Roberto Mantovani che ripercorre i tratti salienti della travagliata storia di questo popolo coraggioso che per secoli è stato oggetto di vessazioni e violenze. Personalmente, ritengo questo un libro esemplare perché restituisce in maniera convincente paesaggio, storia, cultura, identità del popolo valdese e dà la possibilità anche ai lettori non specialisti, forse per la prima volta in Italia, di formarsi sull’argomento una idea precisa senza ricorrere a lavori particolarmente complessi. In poche parole, un libro di divulgazione ben riuscito. Il libro rappresenta anche, sempre a mio giudizio, una lezione per i fotografi. David ed Henri non andavano in giro a fotografare per passare il tempo; ritenevano di avere una missione da compiere, avevano un progetto: documentare e tramandare ai posteri attraverso la fotografia, il ricordo dei tempi difficili vissuti dalle piccole comunità sparse tra le valli Pellice, Chisone e Garmanasca, affinché quelle testimonianze potessero diventare il cemento di una memoria condivisa, alimento per una più forte consapevolezza della propria storia e identità culturale. Guardando le bellissime fotografie di questo libro che rivelano tutto l’amore dei fratelli fotografi per la loro terra, mi viene in mente il lavoro di un altro grande fotografo attivo in quegli stessi anni vissuto dall’altra parte delle Alpi: Giovan Battista Unterveger (1834-1912). Anche il fotografo trentino, come David ed Henri Peyrot, sentiva di avere una missione da compiere: far conoscere al mondo per mezzo della fotografia, la bellezza delle Dolomiti e del suo Trentino. Nelle Memorie, che terminò di scrivere nel 1904, possiamo leggere una raccomandazione rivolta ai fotografi ancora attuale: “Giacché avete tempo e più possibilità, dedicatevi con cura e con maggior vantaggio a ritrarre nelle città e nelle valli quanto vi ha di interessante per avvenimenti, per edifici importanti, per memorie del paese, o per l’arte o per i costumi, il quale materiale, ben raccolto e ben ordinato, può valere quanto una storia scritta”. Due missioni, due progetti diversi, certo, ma la stessa consapevolezza della importante funzione che può svolgere la fotografia. (recensione a cura di Adriano Tomba) Fratelli Peyrot, La piccola patria alpina, testo di Maria Rosa Fabbrini e Roberto Mantovani, Priuli & Verlucca, pagine 111, €. 14,90.
 
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