Recensioni libri di montagna

Le forze della montagna

René Desmaison

Le forze della montagna


Immaginatevi un grande alpinista, alle porte della vecchiaia, che ripensa alla propria vita, alle proprie rocambolesche avventure in montagna, ai compagni scomparsi e decide di scrivere le pagine di questo lungo ed affascinante film che è la vita. Questo libro è la storia autobiografica di René Desmaison, il più grande e famoso alpinista francese degli anni ’60, secondo forse al solo Walter Bonatti, che si racconta da quando era un ragazzo in cerca di certezze fino a diventare guida ed alpinista affermato. È stato scritto in una fase riflessiva della propria vita, tre anni prima della morte avvenuta per malattia nel 2007, quando René cerca il bilancio della propria vita e si accorge che ha più ricordi che sogni. È un libro molto avvincente che si legge veramente tutto di un fiato poiché alterna ad episodi ed avventure, che ormai fanno parte della storia dell’alpinismo, episodi molto personali come i rapporti familiari, i legami con gli amici compagni di cordata, le difficoltà professionali di chi ha deciso di vivere di alpinismo fino ad arrivare agli episodi più tragici della sua vita alpinistica. Non mancano neppure gli episodi che hanno destato polemiche come il tanto discusso salvataggio di due alpinisti tedeschi sulla cima dei Drus nel 1966 che gli costò l’espulsione dalla Compagnia delle Guide di Chamonix. È questa una storia tipica degli anni Sessanta che a noi alpinisti moderni sembra quasi impossibile da capire, poiché oggi il soccorso alpino ha a disposizione mezzi, organizzazione e tecnica che allora, negli anni Sessanta, stavano appena formandosi. Fatto sta che per una settimana ben 61 persone, fra guide, elicotteristi, volontari e personale di supporto cercarono di trarre in salvo due tedeschi bloccati sulla parete ovest dei Drus a trecentocinquanta metri dalla cima e a settecentocinquanta metri dalla base della parete. Alla fine una cordata internazionale spontanea, di otto alpinisti guidata da René Desmaison con l’americano Gary Hemming, riuscirà a raggiungere gli incauti alpinisti e a farli scendere in corda doppia lungo la difficile parete ovest. Questa cordata di fuoriclasse riuscì nel salvataggio laddove i soccorsi ufficiali fallirono. I mass-media incoronarono Gary Hemming, il beatnik delle cime, come il biondo eroe mentre René era l’indisciplinato ed il franco tiratore. Con la scusa di aver utilizzato il salvataggio per realizzare un servizio fotografico per la rivista Paris Match, René venne quindi accusato di aver voluto lucrare sul salvataggio e venne espulso dalla Compagnia delle Guide di Chamonix. In realtà l’onta subita dalle prestigiose guide di Chamonix, amplificata dalla stampa che rimarcava come si erano mosse male ed in ritardo per il salvataggio, finì per influire pesantemente su questa decisione. A posteriori è facile pensare che il moderno soccorso alpino abbia fatto esperienza di questa vicenda di disorganizzazione e di altri dolorosi fatti accaduti sul Monte Bianco sempre negli anni Sessanta. Ma il capitolo più doloroso – intitolato Ascensione verso l’inferno – che ho dovuto leggere per ben due volte per meglio interiorizzarlo, riguarda il grande dramma della sua vita: la scalata invernale nel 1971 delle Grandes Jorasses in cui ha perso la vita il suo compagno Serge Gousseault ed in cui lo stesso René è stato salvato in uno stato di estrema prostrazione dopo ben 15 giorni di permanenza in parete nel mese di febbraio. Sebbene René abbia dedicato un bestseller – 342 ore alle Grandes Jorasses – e non desiderasse più tornare sull’episodio, gli amici e l’editore lo costrinsero a tornare su questo episodio che lui tratta in maniera veramente commovente. E lui ci ritorna prendendo in mano il vecchio chiodo arrugginito e storto a cui è rimasto appeso, assieme al suo compagno di cordata ormai senza vita e congelato come un legno, per giorni e giorni fino ad essere soccorso dall’elicottero. Partendo da questo chiodo come talismano racconta i suoi giorni in parete sospeso su un vuoto spaventoso. E prosegue la storia con il riportare le allucinazioni e lo stato onirico in cui si trovava al momento del soccorso e del ricovero in rianimazione. Purtroppo la storia si conclude con una folla di 120 giornalisti che lo aspettano al varco all’uscita dall’ospedale e che lo accusano di aver portato un povero ragazzo giovane ed inesperto alla morte su una grande parete invernale e lo accusano di aver protratto la permanenza in parete per aumentare l’audience. Il suo bestseller scritto di getto altro non è che la difesa di un uomo che si trova a lottare contro un meccanismo perverso più grande, più potente e pericoloso delle montagne su cui andava a scalare. Questi citati sono un paio di capitoli, controversi, che riguardano la vita pubblica di Renè, ma vale sicuramente la pena leggere anche i capitoli più personali e meno conosciuti di questo gigante dell’alpinismo mondiale e forse tramite questi aspetti più reconditi si riesce a ricostruire la personalità, il vigore ed il tratto psicologico dell’uomo René e di quello che ci ha lasciato in eredità. (recensione a cura di Massimo Bursi) Le forze della montagna, di René Desmaison, Corbaccio Editore, pagine 360, €. 20,00
 
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