Recensioni libri di montagna

Ho scalato un ideale - Armando Aste uomo e alpinista

Maurizio Gentilini

Ho scalato un ideale - Armando Aste uomo e alpinista


È stato uno dei più forti arrampicatori italiani fra gli anni Cinquanta e Sessanta, “firmando” alcune prime in solitaria sulle sue Dolomiti, ma il roveretano Armando Aste – scomparso cinque anni fa a 91 anni – è noto anche per i suoi sette libri autobiografici dall’inconfondibile timbro spirituale fin dal titolo (“I pilastri del cielo”, “Cuore di roccia” …).
Può sembrare strano allora che siano altri a scrivere di lui, provando a fare sintesi della sua poliedrica esistenza e mettendo ordine nella sua abbondante produzione letteraria.
Su invito dell’editrice Vita Trentina, a cui Armando era legato, ci ha provato con successo l’amico Maurizio Gentilini, scrivendo “Ho scalato un ideale”, una biografia che certamente Aste avrebbe gradito e “autorizzato”, perché riepiloga in modo puntuale e profondo il personaggio e la sua concezione della vita.
Fin dall’articolazione in due parti ben marcate, l’uomo e l’alpinista (come dice il sottotitolo), Gentilini evidenzia nella straordinaria vicenda di Aste un’idea molto alta della pratica alpinistica – sintetizzata in quella tensione verso l’ideale della perfezione, simboleggiata dalla famosa via che scende come una goccia d’acqua sulla parete sud della Marmolada – che egli non visse come totalizzante della sua vita, ma complementare a tutti gli altri momenti del suo vissuto, che lo videro anche operaio e sindacalista, scout e consigliere comunale, catechista e scrittore.   
In questo libro, arricchito da un essenziale apparato di fotografie d’epoca e dall’elenco completo delle vie nuove e delle ripetizioni effettuate da Aste, l’autore roveretano (che è archivista d’esperienza ed ha scritto un’apprezzata biografia di Chiara Lubich) riesamina le fonti dirette e indirette e contestualizza l’infanzia e poi la maturità di Aste dentro le vicende del Trentino, terra di frontiera, dai primi anni del Novecento ai giorni nostri.  
Una biografia vivace e sorprendente, dalle scorribande infantili nel maso contadino di Riviano, frazione di Isera, fino ai rosari nel tramonto della vita con gli amici nel giardino di casa, che regala episodi inediti a chi già conosceva l’Accademico del CAI, ma consente a tutti di scoprire un alpinista cristiano che ha lasciato tracce straordinarie. Fin dalla decisione che meglio di ogni altra esprime la grandezza di Aste: a soli 58 anni, quando avrebbe potuto regalarsi ancora altre imprese e la guida di altre spedizioni internazionali, ha deposto per sempre la piccozza ed i ramponi per dedicarsi ad assistere il fratello Antonio. “Questa adesso è la mia vera cordata. Mio fratello è più importante del Cerro Torre e di ogni altra cima”, come ebbe a dire in tante interviste, citando il capitolo 25 del Vangelo di Matteo, perché “Alla fine della vita, il Signore non mi chiederà quante e quali scalate ho fatto, ma se ho amato veramente i più bisognosi...”
Gli appassionati troveranno le imprese di Aste raggruppate per regioni montuose in altrettanti capitoli: Dolomiti, Eiger, Patagonia e le solitarie; ma ne godranno soprattutto la testimonianza umana, che anche la giuria del Premio Internazionale ITAS per la letteratura di montagna ha apprezzato, attribuendo a questo libro una “menzione speciale”.
Un testo che svela poi il rapporto fra Aste e gli alpinisti del suo tempo, a partire dall’amico Cesare Maestri, e che secondo Roberto De Martin (che lo ha presentato il 30 aprile presso la sede della SOSAT nell’anteprima del Film Festival di Trento) merita di essere conosciuto in tante comunità alpinistiche dove ci s’interroga sul valore sociale, culturale e religioso della pratica alpinistica.
A parlare sono anche molte altre voci di parenti – a partire dal fratello poeta Franco, scomparso nel dicembre 2021 a Basilea – e di amici, di guide spirituali, di confidenti fidati, grazie ai quali Gentilini riesce a far comprendere in modo magistrale quanto le varie esperienze (la gioventù in campagna, il lavoro in fabbrica, la formazione ecclesiale e scoutistica, la partecipazione politica…) abbiano inciso nella sua vita e nella sua maturazione interiore, espressa poi nelle sue opere letterarie.
Armando ha chiuso gli occhi in una giornata, il primo settembre, che da qualche anno varie religioni dedicano alla celebrazione della Giornata mondiale del Creato. È ispirata ai temi dei due documenti – Laudato si’ e Fratelli tutti -, scritti da Papa Francesco, il Papa che Armando ha seguito con affetto negli ultimi anni, pur manifestando grande sintonia spirituale anche verso lo stile personale dei predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Possiamo annoverare anche Armando Aste fra i pionieri e i testimoni di quell’ecologia integrale che vuole rispondere al grido della terra e al grido dei poveri.
A Rovereto, dove il libro è stato presentato in Sala Filarmonica a fine maggio, si evidenziano le due eredità lasciate da Armando: i suoi documenti e il suo archivio affidato alla Biblioteca Civica (“un patrimonio spirituale”, dice il curatore Gianmario Baldi) e il lascito testamentario per finanziare l’ospedale pediatrico in Burundi a Buyengero, che in pochi anni è riuscito ad abbattere la mortalità infantile; a questo scopo sono stati destinati anche i proventi della vendita di questo volume.
Diego Andreatta

Maurizio Gentilini, HO SCALATO UN IDEALE – ARMANDO ASTE UOMO E ALPINISTA, Vita Trentina Editore, 2021, pp. 304
 
 
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