Recensioni libri di montagna

Dolomiti cuore d'Europa - Guida letteraria per escursionisti fuori rotta

Giovanni Cenacchi

Dolomiti cuore d'Europa - Guida letteraria per escursionisti fuori rotta


La memoria è soprattutto presenza dell’altro. Restituisce il nostro essere a un ordine di senso e di valore e, anche a distanza, consente di farci comunità, condivisione e cura. Travolti dalle emozioni, ci restituisce relazioni umanizzanti, concretizza scelte e comportamenti, costruisce rapporti autentici e coinvolgimento interiore.
Da questa adesione nasce questo volume, in cui si ritrova l’accezione profonda che gli hanno dato Giuseppe Mendicino e Andrea Gobetti. Quest’ultimo ne ha scritto la prefazione, che leggiamo in continuità di quando, coordinatore relazionale della Rivista della Montagna, tra il 1970 e il 2003, pubblicava periodici articoli di paradossale ironia, illuminando con lucidità uno straordinario periodo, che ha visto svilupparsi un nuovo modo di arrampicare, come quando ad esempio prendeva le distanze “sindacali” dalle “quarantadue ore d’arrampicata settimanali”.
In questo ambiente di estrosa e divertita intelligenza, sollecitato da un’inesauribile fonte di informazioni e cultura alpinistica, cresce e si forma anche Giovanni Cenacchi.
È opportuno richiamare alcuni dei suoi primi articoli, che ne caratterizzano l’impegno negli anni in cui la parola d’ordine era “avanti con le difficoltà”, bruciando tutte le influenze precedenti.
Citiamo “Sugli strapiombi di Erto” (1987), l’intervista che fece conoscere Mauro Corona, ma ciò che conta sono le sue domande, la loro acutezza, la capacità introspettiva, quali il rapporto tra arrampicata e scultura, la fortuna e la sfortuna consegnate all’isolamento di Erto, il rapporto tra roccia e legno, l’immaginazione che trasforma questa famosa palestra “in un mostro enorme, senza testa, senza volto, ma buono, non ostile…”. Segue “Ombre”, un racconto in cui analizza l’anima degli scalatori. Quindi “Senza chiedere permesso” (1988), intervista a Pietro Del Prà, un sedicenne che fa l’8b+, a cui segue la rubrica “Piccoli Miracoli”, uno stravolto e divertito commento alla corrente realtà; poi l’articolo “Verso una storia infinita”, dove gli scalatori di quegli anni sono “non solo esteti e non solo atleti”, ma “grandi esploratori del sempre più piccolissimo appiglio all’inseguimento di un nuovo continente il cui nome è 9a”.
Sono del 1991 “Esplorare abitare”, un pezzo sul calcare di Provenza, “Alpilles da abitare”, con ospiti Cèzanne e Van Gogh, di cui si seguono soprattutto le tracce e infine “Sursum corda”, alla ricerca del vero padre dell’arrampicata sportiva.
In questo teatro verticale, dove tutto sprizza intelligenza e spirito e dove Andrea Gobetti fa il primo attore improvvisando una “Sceneggiata catalana”, Cenacchi risponde mettendo in scena “Sei scalatori in cerca d’autore”, quando ormai è il tramonto (come nei racconti di Bernard Amy), in località “chissà dove”, folleggiando sulla pagina scritta.
Sperando che questo possa bastare a richiamare l’eccezionalità dell’autore, non resta che citare almeno un suo volume: “Gli scoiattoli di Cortina” (Ed. Dolomiti, 1989), che Armando Scandellari ha recensito su “Le Alpi Venete”, definendo l’autore come “una delle più felici presenze editoriali del momento”.
Ho fatto questi riferimenti sulla straordinarietà dell’esperienza non comune di Cenacchi, perché il volume oggetto della presente recensione si presenta come una guida escursionistica ed è invece un’opera letteraria, assolutamente unica e sorprendente, espressa con interiore conoscenza e adesione al senso profondo di ogni realtà naturale che si incontra e ci circonda.
Come un vento che spalanca le porte, di pagina in pagina si apre un mondo sapiente e invisibile, osservato e descritto, rivelatore e iniziatico, visto sotto la lente di un invisibile microscopio, analizzato e descritto in un concetto superiore della realtà, risultato di fascino e fusione feconda tra realismo e lirismo.
Non mancano rispetto e armonia, dando una visione unitaria alla meta che si vuole raggiungere, che sono le vette dello spirito, e infine, ricomponendo quant’altro si coglie soltanto in frammenti concludendo ogni racconto entro il proprio orizzonte interiore.
Le cartine allegate ci obbligano al riferimento geografico, ma ciò che prevale è l’illuminazione ed interpretazione di un’esperienza vissuta.
Confrontarci con il significato profondo del territorio ci insegna come trasformarci in armonia con il paesaggio e quindi la necessità di tutelarlo.
I temi sono tanti e così i luoghi: il Sorapiss, Ra Stua, Sesto e Braies… e non mancano lo storico confronto sulla Ovest di Lavaredo tra Svizzeri e Ampezzani e i percorsi attrezzati sulla Croda Rossa di Sesto, teatro della Grande Guerra… Innumerevoli le mete sulle quali, come scrive Gobetti, l’autore ci vuole poeti sul nostro cammino, con l’obiettivo di “portarci a perdersi nel mondo che non conosciamo”, in una costante trasfusione tra immaginario e attualità, evitando sentimentali struggimenti.
Il volume si conclude con una postfazione di Giuseppe Mendicino, curatore del volume, che allarga e completa l’approccio alla montagna dell’autore.
Ampie le citazioni dai classici del pensiero alla grande letteratura del Novecento.
Svelati altri momenti della vita di Cenacchi, come la traversata in barca a vela fino alle Baleari e la passione per la speleologia condivisa con Andrea Gobetti.
Restano scolpite nel loro significato alcune espressioni che siglano le diverse produzioni letterarie di Cenacchi, da “Escursionista per caso a Cortina d’Ampezzo” a “Dolomiti di Sesto e di Braies e dintorni”, dove non rinuncia allo smarrimento poetico e ad esplorazioni che definì “divagazioni”.
Degna di nota anche la collaborazione con il regista Ermanno Olmi.
Rimarca la sua appartenenza al mondo dell’arrampicata, con un’inchiesta sugli “attrezzatori” di vie e sul calcare di Provenza, in cui immagina la stessa arrampicata come analogia dell’abitare.
Tra le sue opere spiccano “I monti Orfici di Dino Campana” (2003), la sua opera più compiuta in merito al rapporto tra scrittura e montagna e tra natura e poesia di Campana e “Cammino tra le ombre”, un diario dei suoi ultimi giorni. Morirà nel 2006.
In conclusione, una narrazione straordinaria, fedele alla vita dell’autore, intrecciata da impegno intellettuale, conoscenza, significati profondi, tutti elementi importanti della nostra vita, a partire dal disegno stesso di Dio della creazione, a cui conduce la riflessione su questi temi.
Dante Colli

Giovanni Cenacchi, DOLOMITI CUORE D’EUROPA – GUIDA LETTERARIA PER ESCURSIONISTI FUORIROTTA, Ulrico Hoepli Editore, 2021, pp. 230
 
 
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