Recensioni libri di montagna

Montagna maestra di vita - Sulle orme di Viktor Frankl, psichiatra e autore di 'Uno psicologo nel lager'

Michael Holzer - Klaus Haselbock

Montagna maestra di vita - Sulle orme di Viktor Frankl, psichiatra e autore di 'Uno psicologo nel lager'


“L’uomo è creatore attivo delle sue condizioni e non solo vittima passiva di queste; possiede la capacità di poter scegliere in ogni situazione l’atteggiamento interiore da tenere rispetto alle condizioni esterne del vivere e rispetto ai propri ostacoli interiori”.
Appassionato sostenitore di questo pensiero liberante è stato Viktor Frankl (1905-1997), il padre della Logoterapia, la terza scuola viennese di psicoterapia dopo la Psicanalisi di Freud e la Psicologia Individuale di Adler; costoro erano stati suoi maestri, ma il giovane Viktor si rese conto del limite della loro idea di uomo, troppo angusta, troppo riduttiva. Non si può rinchiudere tutto in un pandeterminismo, dove le condizioni di partenza (vissuto infantile, stimoli sessuali, oppure sensi di inferiorità) determinano senza scampo gli sviluppi futurie “nel momento in cui ci si interroga sul senso e sul valore della vita, si è malati” (Freud).
Per Frankl, invece, l’uomo può sfidare i suoi condizionamenti, il limite può divenire una possibilità, esiste una libertà dello spirito. Queste intuizioni gli furono suggerite a seguito del suo primo approccio casuale con una parete di roccia, la parete Mizzi Langer, una cava abbandonata alle porte di Vienna: affacciatosi dall’alto per assicurare un amico, il diciassettenne Viktor si rese conto di aver paura del vuoto, di provare vertigine. Ma, anziché arrendersi e abbandonare, decise di lottare contro le sue debolezze, facendo appello alla forza di resistenza dello spirito: cercò dei maestri, imparò l’arrampicata, fino ad ottenere il brevetto di guida alpina;trovò dentro di sé la libertà della volontà e la volontà di trovare un senso perché, contrariamente all’idea di Freud, “intellettualmente vivace ed evoluto è colui che va in cerca del senso”. La scalata divenne così il simbolo della capacità innata dell’uomo di opporsi ad ostacoli interiori e difficoltà esterne.
Tali concetti trovarono drammatico vaglio ed applicazione nell’esperienza del lager: tre anni trascorsi in quattro campi di concentramento nazisti, al cui orrore si aggiunse, dopo la liberazione, la presa di coscienza dell’avvenuto sterminio della sua famiglia, compresa la giovane moglie. Benché prostrato dal dolore, riprese la sua attività medica e poi, in nove giorni, scrisse “Uno psicologo nei lager”, che divenne un successo mondiale, incluso dalla Library of Congress di Washington tra i dieci libri più significativi del Ventesimo secolo. Inoltre, incontrò nuovamente l’amore e ritornò alla montagna. E la montagna rimarrà per lui il luogo del cuore, della leggerezza dello spirito, del raccoglimento solitario, della sfida all’ardimento, dell’incontro profondo e allegro con le persone.
In una vera e propria “psicologia dell’altezza”, considerava l’alpinismo quale metafora dell’esistenza umana, intesa come impegno gioioso e dedizione, nella convinzione che ogni vita ha un senso e può tendere verso la grandezza.
Nel suo lavoro di terapeuta lottava contro le tendenze depersonalizzanti e disumanizzanti di un certo psicologismo, focalizzando l’attenzione sull’elemento sano della persona, facendo balenare le sue opportunità, tendendo alla ricostruzione di un futuro dotato di significato. Sottoponeva ai suoi pazienti la frase di Nietzsche: “Chi ha un perché per vivere, sopporta quasi ogni come”.
La bella figura di questo eminente personaggio del secolo scorso è presentata in modo affatto originale in “Montagna maestra di vita – Sulle orme di Viktor Frankl”, dove Michael Holzer e Klaus Haselbock ci fanno conoscere la storia e il pensiero di Frankl, attraverso un pellegrinaggio sulle sue montagne, ripercorrendo, con devozione riverente e coinvolta, in sette tappe (dalla Mizzi Langer alla Cima Grande di Lavaredo) le pareti da lui amate e salite. Ogni scalata è pretesto per raccontare il suo percorso umano, professionale e filosofico, accostandolo alle caratteristiche dei luoghi e delle arrampicate.
Il volume, impreziosito da avvincenti fotografie d’epoca, è arricchito dal contributo di Elisabeth Lukas, psicoterapeuta allieva di Frankl, e dalla prefazione del professor Daniele Bruzzone per l’edizione italiana.
Una testimonianza preziosa, da conservare nella biblioteca di casa e del cuore, che ci consegna il messaggio di una vita realizzata, che ha scoperto l’esistenza di un significato nel mondo e “scoprire questo significato e dare così una risposta alla vita è una nostra responsabilità dalla quale dipende anche la dignità umana”: la vita ha un senso quando l’uomo si autotrascende verso l’amore, il servizio, verso l’altezza.
L’alpinismo si è inserito in questo cammino esistenziale con un valore non secondario: “In montagna, dove grazie ad un’attività che superficialmente può essere considerata insensata, si può trovare un personale e profondo senso della vita, inesorabilmente si arriva alla domanda sul senso del tutto”, e l’uomo è invitato a diventare ciò che è, un essere aperto alla Trascendenza, all’Incontro.
“La situazione è priva di qualsivoglia tragicità”, con queste parole Viktor Frankl ha preso congedo dai suoi cari e da questa vita.
Stefano Mazzoli

Michael Holzer - Klaus Haselbock, MONTAGNA MAESTRA DI VITA - SULLE ORME DI VIKTOR FRANKL, PSICHIATRA E AUTORE DI UNO PSICOLOGO NEI LAGER, Corbaccio Editore, 2021, pp. 175

 
 
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