Recensioni libri di montagna

QUINTINO SELLA, LO STATISTA CON GLI SCARPONI

Pietro Crivellaro (a cura di)

QUINTINO SELLA, LO STATISTA CON GLI SCARPONI


I soci del Club Alpino Italiano sanno bene che il fondatore della loro associazione fu Quintino Sella, subito dopo la famosa “prima” italiana al Monviso. E sanno che, rampollo di un’importante famiglia di industriali tessili biellesi, Sella è più noto per il suo ventennale ruolo politico nel neonato Regno d’Italia. Ma pochi lo conoscono in maniera davvero approfondita.
Ora – finalmente, diremmo – il CAI gli dedica un volume che ne tratteggia con precisione la figura. E lo fa dando a lui stesso la parola.
È celebre e molto citata (forse non altrettanto letta) la lettera aperta “Una salita al Monviso”, indirizzata all’amico e collega Bartolomeo Gastaldi, al termine della quale lancia l’idea di fondare un Club Alpino, come già a Londra e a Vienna.
Ma gli scritti di Sella dedicati alla montagna e all’alpinismo sono ben più numerosi: Pietro Crivellaro, con la sua competenza ed autorevolezza, si è assunto il compito di selezionarli, contestualizzarli ed annotarli.
Emergono, ad esempio, stralci degli inediti taccuini giovanili, con il racconto di una salita al Breithorn del 1854 (dieci anni prima della fondazione del CAI).
O una selezione di discorsi agli alpinisti; di questi ultimi, mi sembra di particolare interesse il discorso di apertura del VII Congresso del CAI (1874), in cui traccia un bilancio dei primi dieci anni del Sodalizio.
O, ancora, le relazioni a congressi scientifici: non si dimentichi che Quintino Sella, ingegnere idraulico, specializzato all’ÉcoledesMines di Parigi, era prima di tutto uno scienziato. Sarà lui a rifondare e a presiedere l’Accademia dei Lincei, così come a lui si deve l’ideazione e la fondazione della Società Geologica Italiana nel 1881.
Di grande interesse la sezione che presenta quaranta lettere scelte (il suo epistolario completo, pubblicato tra il 1980 ed il 2011, consta di ben nove volumi!), da quelle più personali e familiari a quella, interessantissima, con cui reclutò i primissimi soci in vista della fondazione del Club Alpino.
Ancora più interessanti tre testi finali, non suoi e quindi posti in Appendice: le lettere a lui indirizzate da Felice Giordano, che a Valtournenche nell’estate 1865 cerca di organizzare la conquista italiana del Cervino; la relazione di un viaggio in Sardegna del 1869, scritta dal suo giovane aiutante Eugenio Marchese: in 18 giorni percorsero a cavallo le valli selvagge dell’isola, per ispezionare lo stato delle numerose miniere; infine, i ricordi del nipote Guido Rey sulle escursioni alpine che Sella organizzava per i suoi figli e nipoti adolescenti, in cui applicava la sua concezione formativa dell’alpinismo.
Di questa poliedrica figura molti lati vengono così illuminati. Non tutti, naturalmente. Non il suo ruolo politico, con le luci e le ombre dell’ideologia e della prassi della classe politica del suo tempo. Ma non era questo l’intento del libro, né la sede adatta. Di Sella queste pagine presentano il lato umano di appassionato delle montagne, che ancora oggi ha qualcosa da insegnare.
Marco Dalla Torre

Pietro Crivellaro (a cura di), Quintino Sella, lo Statista con gli scarponi. L’invenzione del CAI, collana “Personaggi” n° 5, Club Alpino Italiano, Milano 2021, pp. 332
Il libro è acquistabile nelle librerie specializzate e su “store.cai.it” (prezzo scontato per i soci).
 
 
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