Recensioni libri di montagna

MICHELE BETTEGA La prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero

Paolo Francesco Zatta

MICHELE BETTEGA La prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero


Le Pale di San Martino, con i loro 240 km2, sono il gruppo montuoso più vasto delle Dolomiti, tra il Trentino orientale e il Bellunese. Nei confronti degli ambienti alpinistici, i primi banditori ne furono G. C. Churchill e J. Gilbert, attraverso le narrazioni dei loro tre viaggi del 1858, 1860 e 1863. Ancor più importante l’entusiastica conferenza che Leslie Stephen dedicò al Primiero davanti ai soci dell’Alpine Club nel 1870. Era però uno splendore piuttosto appartato, almeno fino al 1871, quando il governo austriaco aprì una strada militare che collegava la Val di Fiemme a Fiera di Primiero e alla pianura veneta.
L’antico ospizio e la locanda che presidiavano San Martino di Castrozza nel giro di qualche decennio si sarebbero trasformati in una delle “albergopoli” più rinomate delle Alpi: nel 1910 gli alberghi di San Martino avevano una capacità ricettiva di 1400 posti letto …
Nel primo di questi alberghetti fu “famiglio” dal 1872 un giovane destinato a grande fortuna: Michele Bettega (1853-1937). Quasi subito fu incaricato anche di accompagnare in escursione i touristes e si scoprì alpinista talentuoso. In più di quarant’anni di carriera (salì il Cimon della Pala ben 206 volte) una moltitudine di clienti scrisse le sue lodi sul libretto di guida. Tutti ne riconoscevano l’eleganza nell’arrampicare, il buon carattere (davvero tanti si affezionarono a lui e lo ingaggiarono a più riprese), la sobrietà, l’istinto naturale di orientamento e la capacità di trovare la migliore via di salita, l’accortezza e al tempo stesso la risolutezza che gli faceva trovare soluzioni creative a passaggi che sembravano impossibili: con lui c’era sempre da aspettarsi qualche sorpresa …
Dal 1873 al 1887 Bettega fu l’unica guida alpina del Primiero. Si aggiunsero poi tre giovani di valore - Bortolo Zagonel, Antonio Tavernaro e Giuseppe Zecchini - e fondarono una società mutua di guide che chiamarono “Aquile di San Martino”.
Michele salì tutte le vette del gruppo per quasi tutte le vie, la maggior parte delle volte in prima ascensione. Ma si rivolse anche ad altri gruppi montuosi. A fine dicembre 1892, ad esempio, con l’ufficiale prussiano Theodor Wundt compì le prime salite invernali della Cima Grande e della Cima Piccola di Lavaredo e del Cristallo …
L’apice della sua carriera fu, probabilmente, la prima ascensione della Marmolada per la grande parete Sud, il 1 luglio 1901. Con lui Beatrice Tomasson, la iron lady britannica, e Bortolo Zagonel. In dodici ore fecero ciò che in parecchi avevano inutilmente tentato e che i più ritenevano impossibile. Poco più di cento anni dopo (2003), Reinhold Messner ha scritto: «Senza dubbio l’impresa dei tre segna l’inizio dell’epoca moderna, dell’alpinismo delle difficoltà».
È di questi mesi, tra l’altro, la notizia che Messner sta preparando un film proprio su questa impresa, sulla Tomasson e su Bettega, che ritiene “uno dei migliori scalatori antecedenti alla Grande Guerra”.
Quando ormai Bettega aveva superato i sessant’anni giunse, appunto, la prima Guerra mondiale: le attività alpinistiche vennero naturalmente sospese e Michele tornò a fare il contadino. Il giorno stesso dell’entrata in guerra dell’Italia, i militari asburgici diedero alle fiamme tutti i magnifici alberghi di San Martino.
Quando si venne a sapere che aveva fatto da guida a gruppi di militari italiani in esplorazione, fu arrestato e rischiò seriamente l’esecuzione capitale per impiccagione. Si salvò anche per l’intervento di diversi suoi ammiratori. Inoltre, in una di quelle esplorazioni, si era ferito ad una gamba, che rimase sciancata. L’alpinismo attivo per lui diventava un ricordo. Morirà quasi vent’anni dopo, nel 1937.
«Sulle guide alpine dell’epoca eroica delle Dolomiti abbiamo dovuto spesso accontentarci di aneddoti e leggende, in mancanza di ricerche e pubblicazioni documentate», scrive Pietro Crivellaro nella Prefazione. Ora, invece, abbiamo tra le mani il volume documentatissimo di Paolo Francesco Zatta, frutto di una ricerca storica molto seria, che trova il suo filo conduttore nei quattro libretti di guida di Bettega, donati anni fa dalla famiglia all’Archivio storico della SAT ma solo ora studiati, decifrati, tradotti.
E, molto opportunamente, Zatta non si accontenta solo della biografia della grande guida, ma illumina anche quella di molti colleghi e clienti e soprattutto ci restituisce un’immagine nitida del contesto sociale del Primiero di quegli anni, tanto da strappare all’ammirato Crivellaro queste parole: «ritengo che questa biografia sia anzitutto un contributo importante alla riscoperta di memorie che dovrebbero essere care all’identità culturale del Primiero e del Trentino».
Marco Dalla Torre

Paolo Francesco Zatta, Michele Bettega. La prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero, collana “Nordest” nuova serie n° 187, Cierre Edizioni, Verona 2020, pp. 422
 
 
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