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Alessandro Gogna
Visione verticale - La grande avventura dell’alpinismo
Ogni libro di Alessandro Gogna è una certezza. Con il passare degli anni, le sue analisi sull’alpinismo si fanno sempre più lucide, attente, incisive. In ogni libro che pubblica si intuisce la passione e l’impegno per una battaglia oserei dire culturale, che porta avanti giornalmente con il suo sito GognaBlog, con le sue frequenti conferenze e con i suoi libri.
Anche questo libro rispetta a pieno le premesse, pur se l’argomento, la grande avventura dell’alpinismo, potrebbe far pensare ad una narrazione un po’ superficiale... invece, in ogni sua parte, al di là della cronaca, ho trovato spunti e commenti interessanti.
Il libro inizia con due capitoli di natura generale, “avventura alpinismo” e “una storia di illusioni”, dove in poche pagine vengono condensati oltre 200 anni di alpinismo per somme categorie; col terzo capitolo, “la ricerca di noi stessi”, il focus si sposta sulla libertà e sui rischi di ostinarsi a scalare questi mucchi di sassi!
È un crescendo rossiniano, che poi prosegue con le analisi di diversi alpinisti emblematici, che Gogna conosce bene per frequentazione diretta o semplicemente perché ne ha ripetuto gli itinerari, letti i libri e studiata la personalità. Sono capitoli assai interessanti, dove si intrecciano dati biografici con analisi delle personalità e punti di vista che fanno riflettere.
Questi ritratti partono con Albert Frederick Mummery, proseguono con Angelo Dibona e Luigi Rizzi... importante il capitolo di Riccardo Cassin, il risolutore; seguono due capitoli super-classici dedicati ad Hermann Buhl e Walter Bonatti. Poi ci spostiamo nella Gran Bretagna degli anni 70, alla ricerca di Joe Tasker e Pete Boardman. Ritorniamo quindi in Alto Adige, per seguire il percorso dei fratelli Messner, ed entriamo nell’alpinismo himalayano polacco con Jerzy Kukuczka e compagni.
Molto ricchi di significato, anche metaforico, sono i capitoli dedicati a Renato Casarotto e Gian Piero Motti, alpinisti con i quali l’autore ha avuto un profondo rapporto di amicizia.
Infine Gogna gioca la carta del campione del giorno, focalizzando le proprie attenzioni su Alex Honnold, per poi concludere con il filosofo ecologista norvegese Arne Ness, per pensare anche al futuro di questo mondo verticale, ahimè, sempre più antropizzato.
Tutti questi alpinisti sono stati portatori di una loro propria personale visione dell’alpinismo, che Gogna ci riassume in questo libro.
Mi piace chiudere questa recensione riportando un paragrafo che ho trovato molto illuminante: “Le valli ora sono piene di scalatori. Sono pieni anche i charter che volano verso pareti nuove, attrezzate, esotiche e di moda. È impossibile trovare una sola differenza con chi parte per il kitesurf in Mar Rosso. Oggi chi va in montagna o a scalare non ri-crea più il percorso storico dei suoi padri. Passa dal negozio, si compra l’attrezzatura, fa il corso di arrampicata o di alpinismo, impara due cose tecniche. Poi, se la motivazione lo sorregge, proseguirà, troverà gli strumenti per la sua iniziazione. Diversamente rimarrà in zona ad aspettare quelli che dal kitesurf passano all’arrampicata. Perduta la bussola, la direzione svanisce.”
Massimo Bursi
Alessandro Gogna, VISIONE VERTICALE - LA GRANDE AVVENTURA DELL’ALPINISMO, collana “I Robinson”, Laterza Editore, Bari, 2020.