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Amerigo Maroni
Quando il buon Dio volle ... 1917-1918
Chiamatela pure storia minore: ma è storia vissuta e autentica quella che risulta da diari, lettere, fotografie di militari della guerra 1914/18 emersi da soffitte, vecchi bauli o archivi di famiglia venuti alla luce e pubblicati in occasione del centenario. Storia raccontata dai pochi militari alfabetizzati; talvolta con stile sgrammaticato, ma di immediatezza assoluta; anche con particolari agghiaccianti narrati con terribile realismo, come quelli relativi agli scontri corpo a corpo. Storia che talvolta può anche essere in contrasto con quella degli storici di professione, ma molto più ricca in fatto di umanità e semplicità. E verità: impressionano i resoconti sulle esecuzioni capitali per diserzione o autolesionismo, come quelli sui taciti accordi fra soldati dei due eserciti per una pace separata" in alcuni tratti del fronte nei periodi del più crudo inverno. L`alpino Amerigo Maroni (1886-1967), nativo di Villa dAllegno, villaggio adiacente all`attuale Pontedilegno, apparteneva alla 252a compagnia del Battaglione Valcamonica, 5° Reggimento. Chiamato alle armi nella primavera del 1916, fu dislocato in un primo tempo al Passo del Mortirolo, sulle montagne di casa; più tardi divenuto caporale fu spostato al Monte Rombon, quindi al Col San Giovanni, nel Trentino orientale. Lì lo colsero le drammatiche conseguenze di Caporetto - novembre 1917. Fu ferito e fatto prigioniero. Rinchiuso in un primo tempo in campi di prigionia dotati di ospedali e curato a Conegliano e Vittorio Veneto, nel gennaio 1918 fu definitivamente ricoverato allospedale per prigionieri di guerra di Braunau am Inn, in Austria. Una volta guarito, grazie alla sua discreta conoscenza del tedesco, fu destinato come aiutante alla direzione del campo, guadagnandosi la stima del comando austriaco. Tornò in Italia nel dicembre 1918, dopo aver subito l`umiliante esame riservato agli ex-prigionieri di guerra. Il libro, curato da profondi conoscitori delle vicende belliche relative alla zona Valcamonica Adamello - Stelvio, si presenta come ennesimo e prezioso lavoro degli esperti dei Museo della Guerra Bianca di Temù. Si compone di numerosi documenti inediti, fra i quali primeggiano estratti significativi di un quadernetto di diario - cinquanta fogli - di Maroni, fortunosamente ritrovato intatto da un pronipote nella casa avita. Ma nel volume troviamo anche una serie di altri testi manoscritti di alpini, frutto di una ricerca ad ampio spettro, estesa anche all`estero, la cui accuratezza colpisce. Gli approfondimenti vanno dalla descrizione dei proiettili a shrapnel alla pianta del campo prigionieri di Braunau, dal testo delle Convenzioni dell`Aia (1907) sul rispetto delle leggi per la guerra, alla normativa per l`invio di pacchi ai prigionieri e al ruolo delle madrine di guerra". Si potrebbero trarre molte considerazioni da un`opera come questa, che è una specie di repertorio ragionato dei fatti del conflitto visti, per cosi dire, dal basso, dai più umili. Mi limito a segnalarne alcune. Innanzi tutto, mentre a ragione si lamentano i conflitti come sciagure per l`umanità, qui nonostante tutto constatiamo quanti e quali episodi di umanità e pietà si siano verificati; poi, nell`era del digitale, c`è da riflettere sullimportanza della scrittura manuale per tramandare la realtà dei fatti; infine, si ha una conferma delle straordinarie doti di tenacia, solidarietà e generosità della nostra gente di montagna. Il titolo richiama una profonda fede, più volte espressa negli scritti dei militari, che li aiutò a resistere e nutrire la speranza di tornare a casa. Lorenzo Revojera Amerigo Maroni Quando il buon Dio volle ...1917-1918 - il ripiegamento al Grappa e la prigionia in Austria nelle memorie di un alpino dalignese del Battaglione Valcamonica, a cura di Mauro Ezio Cavalleri, Walter Belotti, John Ceruti - ediz. Museo della Guerra Bianca in Adamello Temù (Brescia) 2017 - pagg. 255, 17