Recensioni libri di montagna

Il richiamo dell`Hoggar. Arrampicate nel Sahara

Walter Candoni

Il richiamo dell`Hoggar. Arrampicate nel Sahara


Roger Frison-Roche, guida alpina professionista e scrittore, più conosciuto in tutto il mondo per il romanzo “Primo di cordata”, viene convocato a partecipare ad una spedizione alpinististica/esplorativa nel Sahara. Il libro è il diario-racconto di questa spedizione: e quando “la strada diventa una pista” inizia il viaggio fascinoso lungo quella pista, parola che è già un’avventura. Deserto, oasi con cammelli al pascolo, poi ancora pianura e sassi e sabbia per raggiungere le montagne mai salite. Noi siamo abituati ad avvicinarci alle montagne con una veloce corsa in auto attraverso strade intasate da altre auto, gente frettolosa, smog e rumori molesti: qui servono giorni di cammello nel deserto immenso, vuoto, vivo, dove libero plana lo sguardo, il pensiero… e magari essere sorpresi da una bufera di sabbia (bellissima la descrizione di quest’evento che blocca la carovana per due giorni). Ecco la prima meta: la scalata alla Garet, la “Montagna degli Spiriti”; la descrizione è coinvolgente, la lettura procede lungo le spaccature, supera massi, pareti, camini con ansia… e si tira un respiro di sollievo quando i due rocciatori trovano un facile appiglio per un attimo di sosta. […]. Alle scalate seguono le esplorazioni alla ricerca di affreschi tra le rocce, segni della civiltà neolitica sahariana. Giorni di marcia con guide locali, delle quali non si sa se credere che quello che dicono di aver visto sia veritiero o inventato. Comunque bisogna tentare e la fortuna aiuta gli audaci esploratori. È con emozione che si legge la descrizione della scoperta di quegli affreschi perfetti realizzati da ignoto artista della preistoria sahariana: «Un tesoro artistico di valore inestimabile: grida di ammirazione sfuggono dalle nostre labbra via via che notiamo i particolari». E infine il malinconico ritorno: «Domani ritorniamo a casa… oggi siamo ancora uomini liberi, padroni assoluti del nostro destino. E domani il cargo sahariano ci trascinerà con sé lungo la pista… e le briciole della nostra felicità si disperderanno un poco a ogni sobbalzo». Dalla recensione di Walter Candoni su Giovane Montagna n. 1/07 pagg. 58 e 59.
 
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