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Andrea Nicolussi Golo
Di roccia di neve di piombo
Recentissima uscita, per la famosa collana i licheni (dal 2013 curata da Priuli & Verlucca editori), del romanzo Di roccia di neve e di piombo di Andrea Nicolussi Golo. L`autore lavora per la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, in Trentino, e collabora come operatore culturale con l`lstituto Cimbro di Luserna. Ha pubblicato Guardiano di Stelle e di vacche e Diritto di memoria e ha vinto numerosi concorsi di poesia e lingua cimbra; nel 2013 ha pubblicato la traduzione in lingua cimbra di Storia di Tönle di Mario Rigoni Stern. E una storia di terrorismo e di montagne, ambientata tra la città della grande fabbrica, le Alpi Occidentali e le Dolomiti, verso la metà degli anni Settanta: anni inquieti, violenti, in cui soffiavano impetuosi venti di libertà e ribellione che si ripercuoteva anche sulle pareti delle montagne, dove gli alpinisti seguivano il sogno del Nuovo Mattino. E la tragica storia di Nives, amica d`infanzia di Margherita, detta Mara, la moglie di Renato Curcio, il fondatore delle Brigate Rosse. Il lavoro in fabbrica è alienante come oggi forse non riusciamo più a immaginare. La montagna, le rocce, la neve, i prati a primavera fanno da sfondo ad anni difficili: le rivolte operaie, i turni massacranti alle catene di montaggio, gli scioperi col volantinaggio e i picchetti, la lotta armata contro i padroni, i crumiri, i falsi comunisti con la villa e la seconda casa... gli anni delle Brigate Rosse. Ecco che riuscire a fuggire dalla città anche solo per una breve escursione in montagna diventava un modo per uscire dallalienazione della brugola, per scrollarsi di dosso tensioni e paure. La storia ruota attorno a cinque protagonisti, quattro uomini e una donna: Nives, capelli rossi e occhi di fustagno verde, nata all`ombra delle Pale di San Martino; Gottlieb, il compagno di Nives; Onorio Marchetti, che lavora ma anche studia, di notte, perché si vuole laureare; Lorenzo, l`amico di escursioni di Nives, un veneziano di terraferma perdutamente innamorato dell`alta quota; e infine Ernesto, che per tutti è ErnestocomeilChe, sindacalista che viaggia con due lacci emostatici nella borsa nel caso dovessero sparare solo alle gambe". Sono anime irrequiete: a volte ispirano tenerezza, altre volte rabbia e non sempre si riesce a capire cosa realmente pensino. Sono vittime di un sogno diventato incubo. Il libro si legge d`un fiato, nonostante il linguaggio ricercato, a volte forse troppo, e denso di metafore, sanguigno. Ci racconta di un`epoca non troppo lontana, in cui molti di noi hanno vissuto o ne hanno respirato le conseguenze: operai e studenti infuocati dal desiderio della giustizia sociale, del progresso per tutti; ma anche eccessivamente (forse) fiduciosi delle proprie possibilità, che alla luce di oggi possono sembrarci solo illusioni. Erano i figli della povertà, di secoli di sottomissione e ignoranza, cui allora si aprivano le porte di una nuova speranza, lemancipazione, prendere in mano il proprio destino, realizzare una vera uguaglianza. Quasi dei piccoli eroi - o antieroi - del quotidiano: «... abbiamo lasciato che alcuni tra noi commettessero errori catastrofici, che in parte hanno portato alla caotica e becera Italia di oggi. Ma il candore, la sincerità e l`impegno, e il senso di responsabilità personale della maggioranza di noi suscitano oggi meraviglia e tenerezza». Andrea Carta Di roccia di neve e di piombo, di Andrea Nicolussi Golo, Collana I Licheni", n. 111 - Priuli & Verlucca 2016, pagg. 152, 17