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Giuseppe Teza, Danilo De Martin
Monte Piana & Monte Piano
Numerose sono le pubblicazioni che raccontano e descrivono i tragici combattimenti svoltisi tra le due cime dello stesso monte, che si trova a cavallo tra Misurina (occupata dagli Italiani) e lo sbarramento di Landro (costruito e occupato dagli Austriaci). Ma questa è una pubblicazione speciale, grazie alle particolari testimonianze fotografiche provenienti dalla vasta raccolta di Giuseppe Teza. ll libro era stato inizialmente progettato solo in lingua italiana ma poi gli autori si sono sentiti in dovere di offrire al pubblico anche la traduzione in lingua tedesca. Si compone di sei sezioni: Testimonianze di guerra 1915-1917; il punto di vista del cadetto Amman; altro punto di vista di un ufficiale italiano; i cippi commemorativi; il primo rifugio Schutzhütte Monte Piano", il rifugio intitolato al Maggiore Angelo Bosi. La prima, la più estesa, partendo dalla rappresentazione cartografica della zona descrive gli accampamenti ala destra" e ala sinistra" della parte austriaca per poi concludersi con quello italiano. Le due sezioni, a seguire, dei rispettivi ufficiali contrapposti sono una specie di approfondimento personale delle tragiche vicende, della vita assurda cui furono costretti entrambi i reparti dislocati lassù, delle grandi difficoltà logistiche causate soprattutto dall`ambiente invernale. Si prosegue poi con la descrizione dei numerosi cippi commemorativi, del primo rifugio costruito fin dal 1887 dal Touring club di Vienna, e infine del rifugio costruito sul versante italiano alla fine degli anni Trenta e intitolato al Maggiore Angelo Bosi (poi riedificato nel 1969 con l`aggiunta di una sezione dedicata a museo storico). Allo scoppio delle ostilità questa imponente terrazza naturale non era stata ritenuta strategica per nessuno dei due contendenti, ma, in breve, l`idea si capovolse e il monte fu occupato stabilmente da entrambe le parti, essendo un punto elevato dal quale gli italiani potevano controllare e contrastare tutti i movimenti avversari nella Valle di Landro, mentre gli austriaci avrebbero potuto, sfondando la prima linea italiana e scavalcandolo, giungere facilmente a Misurina per poi calare nella Val d`Ansiei prendendo alle spalle il settore Lavaredo-Oberbacher e forse anche altri limitrofi. Ma, come in molti altri luoghi divenuti tragicamente famosi delle Dolomiti, la mancata occupazione iniziale di importanti posizioni di confine fu causa dei successivi, cruenti e per lo più inutili assalti che trasformarono questi luoghi in vere e proprie trincee di prima linea, praticamente immobili fino a quando, dopo trenta mesi di dure sofferenze, questa straordinaria vicenda bellica dovrà trasferirsi altrove, sul Piave e sul Grappa, per le conseguenze indotte dallo sfondamento del fronte sullalto Isonzo. Le crode allora ritornano silenziose e impassibili, nonostante le innumerevoli ferite loro inferte che rimarranno quali testimonianze indelebili, ancor oggi percepibili in tutta la loro drammaticità, da quanti percorrono queste montagne (cit. Antonio Berti). Un libro fotografico, quindi, che accompagna lescursionista interessato lungo le postazioni e le testimonianze della guerra combattuta in montagna, dove caddero migliaia di giovani vite. Gli autori desiderano così portare il loro piccolo contributo alla conoscenza storica ma, principalmente, rivolgere un messaggio di vita, speranza e fiducia ad un secolo da quelle tragiche vicende. Andrea Carta Monte Piana & Monte Piano Testimonianze fotografiche della Grande Guerra nelle Dolomiti 1915-1917 Dal Piano Hütte al Rifugio Maggiore Angelo Bosi, di Giuseppe Teza e Danilo De Martin; edito in proprio, giugno 2015