Recensioni libri di montagna

Passi verso l`ignoto

Kurt Diemberger

Passi verso l`ignoto


Si affronta sempre con un attesa forte, una curiosità che promana anche dal cuore, un nuovo scritto dell’amico Kurt. […] […] Credo che fosse inevitabile aspettarsi una retrospettiva a distanza di quasi 20 anni dalla tragedia del K2 allorché in quella che tuttora è riconosciuta come una delle estati alpinistiche più tragiche, Kurt fu protagonista di una odissea ove lasciò all’ultimo campo della seconda montagna della terra la compagna di avventura Julie Tullis. […]. In realtà la retrospettiva parte da assai più lontano, dagli avvenimenti alpinistici giovanili di una cordata a suo modo irripetibile, quella di Kurt e del fido Wolfang Stefan. Si torna così allo spigolo della Sciora di Fuori con la sfida, ai limiti della bravata, sulle lunghezze di corda interessate dalla grande frana che ne aveva modificato la morfologia. Ma riappare anche il singolare inseguimento sulla Nord del Gran Zebrù per riprendersi una prima quasi …rubata. […]. […] I temi ricorrenti tra analisi retrospettive e aneddoti di vita quotidiana, sono la Valle del Shakgsam e il K2: strano e logico binomio di valle e di vetta simbolo; unite nel desiderio della ricerca, nell’inseguimento di una soddisfazione tesa a varcare le soglie dell’ignoto, per innalzare la mente di conoscenza e riempire il cuore di felicità senza tempo. E su tutto aleggia la figura della compagna di cordata, amica, collega (il film team più alto del mondo…) lasciata a più di 8000 metri sulla seconda montagna della terra, compagna di alcuni anni di vita e di attività senza precedenti esplorando vette e valli, quelle che per Kurt sono anche del proprio passato oltre che dei propri sogni. "Molti richiedono cosa cercano gli uomini lassù? Con tutto quello che può capitare, contro ogni avvertimento del buon senso. Vanno su nonostante le tragedie, i pericoli, le privazioni e le sofferenze. E’ un comportamento completamente assurdo, verrebbe da dire, e in termini di logica non c’è nulla da obiettare. Tuttavia… trovano qualcosa. E’ l’andare oltre i limiti del proprio esistere. E’ un toccare le stelle … […]." (Dalla recensione di Marco Valdinoci su Giovane Montagna n. 4, ottobre-dicembre 2005, pagg. 37 e 38).
 
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