Escursione - Da Magre' a Passo Zovo

Domenica 7 marzo 2021  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Vicenza
Responsabile: Nellina Ongaro



Programma



DA MAGRE’ AL PASSO ZOVO   MAX 20 PARTECIPANTI

Lungo l’antico sentiero di collegamento tra le valli del Leogra e dell’Agno.
Dall’abitato di Magrè si imbocca la val Grande e si sale lungo il costone Barbalaita. Qui il sentiero attraversa un ambiente abbastanza selvaggio, quasi sospeso su un ripido pendio ricoperto di faggi, carpini e castagni. Man mano che ci si innalza, invece, l’ambiente si addolcisce nelle coste erbose e prative sottostanti il passo Zovo. Al ritorno ci dirigeremo sulle colline di Raga, deviando ad un certo punto lungo la val Bova, per rag- giungere la chiesetta di S. Zeno che dicono sia stata costruita dai bo- scaioli veronesi che venivano a far legna in questi luoghi.

DISLIVELLO: 450 m

TEMPI: ore 5.30

ORARIO PARTENZA: 8.00 da Quartiere Laghetto

CAPOGITA: Nellina Ongaro, tel. 0444 512821



Relazione



DOMENICA  7  MARZO  -  DA  MAGRE’  A  PASSO  ZOVO  -  ESCURSIONE
Iscritti 20, defezioni giustificate 6, partecipanti 14. Partiamo da via Siberia di Magrè, in fondo alla quale troviamo la sterrata con l’indicazione: “Sentiero dell’Alpino”. Il perché di questa denominazione, che anni fa non c’era, lo scopriremo più tardi. In breve raggiungiamo un vecchio edificio rurale, prima del quale troviamo, sulla destra, una caratteristica doppia vasca in pietra con fontana; sulla sinistra, un grosso serbatoio d’acquedotto coperto in parte da terreno (non una vecchia ghiacciaia come si era ipotizzato). Affianchiamo per un po’ un torrente quindi, dopo un ponticello, iniziamo la salita al costone Barbalaita, seguendo vari tornanti che ci portano subito in quota.                                                                                                                 In uno slargo ci fermiamo ad aspettare uno dei nostri che è tornato a prendere i bastoncini dimenticati più in basso. Qui ci viene incontro il signor Angelo, anzi Angelin, desideroso di scambiare quattro chiacchiere e raccontarci la storia del sentiero che stiamo percorrendo. Ci spiega che durante la Grande Guerra sui prati, all’inizio del percorso, erano acquartierati parecchi soldati, in avvicendamento nelle varie linee di difesa (ricordate l’Ortogonale 1? Coinvolgeva anche la zona del passo Zovo). Quando erano in libera uscita, molti soldati, percorrendo il nostro sentiero, si recavano al passo dove c’era un’osteria con tre belle figliole. Una volta, al ritorno, un alpino è scivolato fuori sentiero, finendo tra le “russe”. Aiutato dai compagni, è stato liberato dai rovi ed è tornato al campo un po’ ammaccato. Da qui la scelta del nome del sentiero, più di dieci anni fa, quando è stato sistemato e segnalato in modo più accurato. Ripreso il percorso, poco sotto il passo deviamo a sinistra e poi scendiamo verso contrada Ongaro. Qui decido anch’io di essere un po’ creativa e, anziché svoltare per la mulattiera testata in ricognizione (ricordo qualche tronco e sterpaglia…) decido di deviare più avanti, per ritrovarci poi dentro il cortile di una casa, ben delimitato da recinzione e cancelli! Per fortuna il proprietario si mostra disponibile e gentile e apre il cancello più grande per far passare la truppa di invasori. A contrà Gecchelini ritroviamo Angelin che ci saluta come vecchi amici; prendiamo quindi il sentiero che sale a contrà Bernardi e poi la mulattiera per passo Zovo. Poco prima ci fermiamo per il picnic su un grande prato con vista su parte dei nostri monti. Ci sistemiamo talmente distanziati che per parlarci dobbiamo ben alzare la voce. Il ritorno è per contrada Tringole dove, oltre a un bel panorama, troviamo delle rustiche e simpatiche sculture in legno e il loro autore disponibile a raccontarci la sua passione. Continuando la discesa, prendiamo il sentierino di fra’ Matteo che, in modo abbastanza ripido e rapido, ci conduce alla chiesetta di S. Zeno. Doverosa breve sosta e ritorno tranquillo in via Siberia. Un saluto particolare a tre nuovi amici: Loredana, Germana e Stefano. (Nellina Ongaro)
 

 
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