Alpinismo - Monte Rosa - Punta Giordani - Cresta del Soldato
Sabato 5 settembre 2020
Domenica 6 settembre 2020 (evento passato)
Tipo attività: Alpinistico
Sezione di Vicenza
Responsabile: Francesco Guglielmi
Programma
Sabato 5 e Domenica 6
ALPI PENNINE GRUPPO MONTE ROSA - PUNTA GIORDANI (4.046) m CRESTA DEL SOLDATO
Primo 4000 del Rosa ad essere salito. Sabato: da Gressoney saliremo al Passo dei Salati dove raggiungeremo successivamente il Rifugio Città di Vigevano per il pernotto. Domenica: saliremo al Passo dei Salati, Stolemberg, Colle Superiore delle Pisse sino ad arrivare a Punta Indren. Devieremo successivamente a dx e attraversando il Ghiaccio di Bors giungeremo all’attacco della Cresta in prossimità di Punta Vittoria. Percorreremo poi l’intera Cresta del Soldato che ci condurrà a Punta Giordani. Discesa: per il Ghiacciaio d’Indren sino alla funivia.
DIFFICOLTÀ: III PD+ DISLIVELLO: 1.150 m TEMPI: 9 complessive ORARIO PARTENZA: 6.00 PUNTO DI APPOGGIO: Rifugio Vigevano 2.870 m CAPOGITA: Francesco Guglielmi, cell. 373 8402550
Relazione
ALPINISTICA DI SABATO 5 E DOMENICA 6 SETTEMBRE
GRUPPO DEL MONTE ROSA - PUNTA GIORDANI (4.046 m.) PER LA CRESTA DEL SOLDATO
Per il suo facile accesso è stata la prima cima di 4.000m. del massiccio del Monte Rosa a essere conquistata. La prima ascensione fu compiuta il 23 luglio 1801 da Pietro Giordani e una piccola squadra di compaesani. Per il Gruppo Alpinistico GM Vicenza è il primo 4.000 dell’era Covid 19, raggiunto da cinque soci, anticipando la data della gita al sabato e limitando pertanto il tutto ad un solo giorno. Abbiamo infatti sfruttato appieno gli impianti di risalita da Alagna Val Sesia sino all’ultimo troncone di funivia che conduce a Punta Indren. Alle otto e un quarto ci incamminiamo in direzione est su morena priva di neve sino a raggiungere la vecchia stazione della funivia. Tra sfasciumi rocciosi arriviamo al Ghiacciaio di Bors dove calziamo i ramponi. Poco più di 200 metri di traversata ci portano alla selletta di Punta Vittoria dove inizia la cresta, sempre facile tra massoni granitici, con una stupenda vista su gran parte delle cime del Gruppo: il Balmenhorn, il Corno Nero, la Ludwigshoe, la Parrot e la Gniffetti con la Capanna Regina Margherita. A metà della cresta superiamo un primo risalto roccioso proteggendo con friends un paio di punti. Sotto di noi il numero delle cordate aumenta, ma poco ci importa. Arriviamo in prossimità della vetta pronti ad affrontare il passaggio chiave (evitabile rimanendo su sfasciumi a sinistra). Attendiamo qualche istante che il secondo dell’unica cordata che ci precede recuperi dai chiodi fissi il materiale. Parto per primo (oneri e onori del capo gita) su placca di granito leggermente inclinata con Daniele ben posizionato in sosta a farmi sicura: rinvio il I°, il II° e il III° e ultimo chiodo. Un paio di metri ed è fatta: a destra un appoggio da un centimetro mi permette di ben posizionare lo scarpone destro, mani in appoggio su appigli “invisibili”. A sinistra, anziché posizionare lo scarpone in appoggio oltre lo spigolo, decido di sfruttare un minuscolo dentino: spingo e scivolo stile “Gatto Silvestro” urlando “tieniiiii”… Daniele reattivo blocca all’istante. Praticamente torno sotto il primo chiodo, mi fermo qualche attimo per verificare i danni e riparto. Dopo il terzo chiodo decido di mettere il piede sinistro oltre lo spigolo, spingo col destro, e via… è andata. Con la mano sinistra afferro l’appiglio programmato e dopo qualche metro, su roccia più appoggiata, attrezzo la sosta. Recupero Daniele e appena dopo qualche decina di metri raggiungiamo la Madonnina in Vetta. Poco dopo ci raggiungono Annamaria, Luciano e Giorgio. Decidiamo di recitare la nostra preghiera assieme a un gruppo di alpinisti di Biella (tra gli altri una coppia di over 70). Leggo io la prima parte, prosegue una signora biellese che alla fine scoppia in lacrime… che momento! E’ proprio vero la montagna emoziona e unisce tutti. Si è fatta l’una e pertanto decidiamo di non concatenare anche la Piramide Vincent, sia per l’orario di rientro della funivia che per il fatto che addensamenti nuvolosi stanno via via coprendo le cime. Ritorniamo in assetto da ghiacciaio e alle due e un quarto, scendendo dal Ghiacciaio d’Indren, arriviamo alla stazione. Giornata intensa ed emozionante. Un grazie all’immenso Giorgio che si è sciroppato ben nove ore alla guida del camper e bravi tutti. Alla prossima ! (Francesco Guglielmi)