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A. Weiss, A. Costantini, B. Pellegrinon
Gente dei Monti Pallidi
Il volume “Gente dei Monti Pallidi” poteva essere progettato e realizzato solo da chi, come Weiss, Costantini e Pellegrinon, è nato in quelle vallate e ne è stato operatore ed organizzatore di vita e di cultura.
L’opera è un grande e coloratissimo mosaico, le cui tante tessere si inseriscono progressivamente realizzando il disegno finale; è l’intelaiatura di un romanzo rappresentativo in cui i personaggi hanno la concretezza delle persone conosciute o che si sarebbero volute conoscere, sempre fornite di doti e capacità particolari, di genialità e di umanità, si direbbe di un’anima. Questi personaggi - visibilmente richiamati con eccezionali reperti fotografici che illustrano origini e radici, paesaggio e ingegno e così via per ben 60 capitoli sino ai Musei delle Dolomiti - sembra non compiano mai imprese eccezionali e si accontentino di lavorare e di impegnarsi, spesso con un’energia eccezionale, nelle scelte fondamentali della loro vita silenziosa e ordinaria.
Con gli autori dei singoli capitoli - dal paesaggio, ai sistemi montuosi, alle matrici geologiche, al fascino delle Dolomiti, all’esplorazione del territorio, temi con cui si apre il libro - si toccherà, e sono solo un esempio, le torbiere di Danta, le prime scuole e gli istituti artistici, l’agricoltura bene primario, la cucina delle Dolomiti, proseguendo sino al tema dello sviluppo sostenibile (capitolo che dà modernità e attualità al volume), alle attività estrattive, al bosco compagno di vita, alla scultura, sino ai pastori della val di Fassa e, con un grande salto in avanti, agli arrotini della val Rendena.
Sono solo citazioni che, assieme ad un’altra cinquantina di argomenti, tutti essenziali, gli autori trattengono sulla pagina scritta e nella eccezionale documentazione fotografica, impedendo che si dissolvano e facendo sì che rimangano lì a disposizione, oso dire per sempre, perché questa storia si è ormai integrata nella nostra memoria, ha completato la nostra conoscenza di un mondo frequentato e amato e ci ha fatto scoprire quanto è necessaria per completare la nostra frequentazione e il nostro amore per lo straordinario mondo dolomitico.
Non è senza significato, direi, che accanto alla storia della produzione di strumenti musicali di Tesero si ponga il miracolo dell’occhiale di Agordo, che pitores della Val di Fassa camminino sulle stesse strade degli arrotini della val Rendena e che andando su e giù per le Dolomiti si intreccino i destini, si intuiscano capacità e attese come quelle di personaggi richiamati dalle leggende dolomitiche o dalle maschere di Carnevale e che, accanto alle streghe così ben raccontate da Bruna Veneri si pongano le Madonne e i Santi della Val Gardena, una scultura e una tradizione che risale al ‘600.
Naturalmente il cuore delle Dolomiti è individuato nell’incontro tra l’uomo e la montagna, che il grande Tolstoj analizzava, descrivendo lo stupore e il terrore che prova un fanciullo di fronte alla maestà dei monti e concludendo che è indefinibile.
Non poteva mancare la storia alpinistica curata dal sottoscritto che, preso atto della vastità delle regioni interessate, ha tenuto come sviluppo storico e cronologico la salita dei “Tremila” delle Dolomiti, personalmente completata negli anni Ottanta. Questo aspetto è stato svolto anche da Ernesto Maioni per quanto riguarda il tema “Compagnie e gruppi alpinistici delle Dolomiti”.
Il volume raggiunge il fine di una maggiore consapevolezza e fornisce, andando su e giù per le montagne, intrecciando destini e attese, tra storie, tenerezza e scoperta, un approfondimento illuminato da un apparato fotografico incomparabile ed unico.
Dopo averlo sfogliato e letto, posso assicurare gli alpinisti che anche scalate e cime daranno maggiore soddisfazione nel salire, perché è questo il frutto della conoscenza e dell’approfondimento culturale ed emozionale che ne deriva.
Dante Colli
A. Weiss, A. Costantini, B. Pellegrinon (a cura di), GENTE DEI MONTI PALLIDI, Nuovi Sentieri editore, 2022, pp. 463